Oggi ricorre la festa della mamma.

Della donna realizzata attraverso il figlio; che non significa solo attraverso il parto.

La mamma è una delle figure più importanti della nostra specie a livello sociale, psicologico, antropologico, culturale, storico.

La celebrazione di miliardi di donne a cui va, in genere, sempre e solo gratitudine.

Ma anche attenzione, delicatezza, amore, comprensione e dolcezza.

Oggi festeggiamo il riconoscimento simbolico dell’origine del tutto, del destino finale; l’ultima evocazione del moribondo e la prima ricerca del neonato.

E ci sei anche tu, madre distratta, a cui sfugge che il mondo non sia solo il tuo punto di vista, che non si riduca sempre tutto a chi ti compatisce o che è contro di te.

Mamma impantanata in uno stile di vita incardinato sul principio della perdita e del nido vuoto.

Oggi è anche la tua festa, madre in perenne disseminazione di ricatti psicologici, di insinuazione del senso di colpa per mantenere legami affettivi; donna fragile che, come un superstite, rimpiangi di sopravvivere al mondo che ti circonda.

Così, mentre riempi il calendario con le sventure, i morti, gli anniversari macabri e sanguinosi; mentre occupi le giornate con malattie reali o immaginarie, mentre di nascosto tagli la fetta di pane più spessa al figlio prediletto, mentre vedi solo il sempiterno bicchiere mezzo vuoto, ti perdi le primavere, le risate, l’alba e il tramonto: ti sfugge il presente.

Ti perdi gli altri, che nel frattempo ti guardano con rabbia, compassione o rassegnazione.

Distratta dal dolore, dimentichi che per te esiste, o è esistita, anche una dose di felicità.

Preferenze Cookie

Seleziona quali cookie desideri attivare:



⚙️
Share This