Il 2 aprile di ogni anno ricorre la giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, che in Italia colpisce circa 500mila persone, 1 bambino su 100.
Una sindrome le cui origini sono ancora in gran parte ignote.
Un disagio che si traduce in difficoltà, più o meno gravi, nelle interazioni sociali, nella comunicazione verbale e non, in un repertorio a volte ristretto e ripetitivo di interessi, attività e comportamenti.
Le diagnosi di sindrome dello spettro autistico sono in aumento, ma le famiglie continuano a rimanere troppo sole di fronte a questo problema.
È necessario destinare maggiori risorse a progetti di assistenza e formazione, ma è fondamentale un salto di qualità sul piano culturale: riconoscere i talenti delle persone, piuttosto che concentrarsi sulle loro debolezze.
Come fare? Per Ellen Notbohm, scrittrice e madre di un bambino autistico, queste sono le dieci cose che suo figlio vorrebbe dire a tutti noi:
1. Io sono un bambino
2. I miei sensi non si sincronizzano
3. Distingui fra ciò che non voglio fare e non posso fare
4. Sono un pensatore concreto: interpreto il linguaggio letteralmente
5. Fai attenzione a tutti i modi in cui cerco di comunicare
6. Ho un pensiero visivo: fammi vedere!
7. Concentrati su ciò che posso fare e non su ciò che non posso fare
8. Aiutami nelle interazioni sociali
9. Identifica che cos’è che innesca le mie crisi
10. Amami incondizionatamente
La realtà dell’autismo è una palude densa e invisibile.
Hai fatto bene a parlarne, grazie.