«Mi faccia capire meglio, assessore, dovremmo adoperarci per far accogliere in una casa di riposo, scelta da lei, una persona che potrebbe non volerlo o non averne bisogno?»

«Non ho detto questo» rispose Fratellini freddamente.

«Invece, se non ho capito male, lei ci ha appena detto quello che dobbiamo fare.»

«Ho semplicemente delineato la situazione di un nostro concittadino e abbiamo condiviso assieme delle ipotesi operative» disse l’assessore, arroccandosi nel suo linguaggio politichese e, certa di aver scoperto inequivocabilmente le carte, avviando la chiusura del colloquio.

«Come concretizzare queste ipotesi lo dovete definire voi, che siete gli esperti di queste cose» disse Fratellini, soffermandosi sulla parola “come”.

«Io ovviamente non sono una professionista dell’aiuto, ma una semplice e umile assessore al completo, perpetuo e disinteressato servizio della comunità» concluse con un atteggiamento bigotto da pia donna che, ne era certa, le veniva piuttosto bene.

«E che assessore!» esclamò Draganic glorificando quell’istante, contento di poter finalmente intervenire per ristabilire l’ordine naturale  delle cose non dette: chi comanda auspica, chi obbedisce interpreta, chi striscia non inciampa.

«Marco, ti abbiamo convocato perché sei uno dei migliori assistenti sociali di Villa Rivero e saprai certamente come gestire la situazione.»

«Ma…» azzardò Marco.

«Niente ma, non fare il modesto. Troverai tutto ciò che ti serve in questa cartellina» disse Draganic allungandogli un fascicoletto bianco, del tutto anonimo.

Marco era rimasto senza parole; aveva un forte impulso di tirargli addosso le carte e mandare tutti a quel paese, ma si trattenne.

Trattenne anche un bruciore che sentì crescere, sordo e profondo, e che gli confermò di essere testimone e vittima di un nuovo ed ennesimo sopruso. Della sua professionalità, della parità di trattamento dei cittadini, del rispetto della legge, delle garanzie di equità che lui dovrebbe garantire, della considerazione delle persone, e di tanta altra roba.

In quel piccolo mondo, all’apparenza fondato sui diritti, tutti coloro che non erano amici di un personaggio potente avrebbero dovuto fare la fila fuori dalla sua porta, mettendosi in testa di essere loro il problema.

Mentre le scorciatoie per gli eletti, per gli amici-degli-amici, c’erano sempre.

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