«Mi scusi, ma la badante è qualificata?» chiese Marco, cercando di trovare a tastoni il bandolo di una matassa che non riusciva ancora a vedere.

«Non credo, viene dalla Moldavia e mi pare che nel suo paese facesse le pulizie in qualche ufficio» rispose l’assessore.

«Ovviamente oggetto della discussione non sono le capacità di questa badante, Marco» intervenne Draganic.

«Ah, no? E quale sarebbe, allora?» chiese Marco.

«L’assessore ci sta chiedendo una mano per risolvere definitivamente la questione» chiarì il direttore, quasi inchinandosi e restituendole la parola con lo sguardo adorante, in attesa della rivelazione.

«L’unica soluzione che possiamo immaginare è la casa di riposo» disse lei.

Marco iniziò a capire.

«La casa di riposo?» chiese.

«Esattamente. E più precisamente Villa Mazzanti. C’è un posto libero, ho parlato ieri con la direttrice.»

Marco restò sbalordito. Avevano già fatto tutto loro, dalla definizione del bisogno alla scelta dell’intervento. Che cosa volevano allora da lui? Il suo istinto lo temeva sempre più, come si teme istintivamente l’improvviso silenzio in luoghi abitualmente rumorosi.

«Ma… la signora che ne pensa?» azzardò Marco.

«Questa donna non è in grado di decidere con lucidità» rispose l’assessore.

«Scusi, ma chi lo dice? Ha già visto un geriatra?» chiese Marco.

L’assessore non aggiunse altro. Lo fissò per qualche secondo, chiedendosi se costui non avesse ancora capito, se la stesse semplicemente provocando o, peggio ancora, prendendo in giro.

Draganic si fece ancora più piccolo, dietro la sua scrivania, restando in timoroso silenzio.

Fratellini scelse la prima ipotesi.

«Senti, Marco» cominciò l’assessore, con un tono fra il suadente e l’inequivocabile, tipico di chi, pazientemente ma con decisione, si appresta a spiegare per l’ultima volta.

«Forse non hai ben capito la questione, ma questa signora non può più stare a casa, perciò dobbiamo metterla a Villa Mazzanti.»

Marco iniziò a comprendere il senso di disagio provato all’ingresso.

Quella parola, “mettere”, gli echeggiava nella mente. Neanche questa anziana fosse un pacco. Una cosa che non tollerava: considerare le persone come oggetti, da collocare.

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